Lavori domestici.
Grido di sfottimento tipico del tifoso, indirizzato a chi è vittima di un tiro imprendibile, come per dirgli «Prova a prenderla adesso la palla, ché ormai non puoi farcela!»
Ogni disciplina sportiva va bene per usare «Facci la presa!», l'importante è che nel gioco vi sia un oggetto (palla, pallone, pallina) da scagliare in direzione avversaria per realizzare un punto.
Locuzione che alla lettera si traduce: «Farà una bizza o avrà realmente il mal di pancia causato dai vermi intestinali?»
Va intesa come: «Finge o fa sul serio?»
Puttana.
Un paio di comuni abbinamenti:
– Farda di 'asìno (puttana di casino, un pleonasmo);
– Farda smessa (puttana che ha cessato il mestiere, quindi vecchia).
Parlar male di qualcuno alle sue spalle, "rivestirlo" di una brutta immagine.
Mancare a un appuntamento.
In quasi tutta Italia, il suo equivalente è fare/dare un bidone.
Come fare a zighene.
Dividere una spesa o una vincita, fare a metà.
In questa locuzione (solo ed esclusivamente in questa) bono fa le veci di bene.
Fare bono, quindi, significa fare bene alla salute o fare bene allo spirito.
Comparire bene, nella miglior condizione e forma.
Può fare comparita una persona con un vestito o un'acconciatura che le conferisce un bell'aspetto; può fare comparita una pietanza servita in modo tale che appaia più ricca o più buona di quanto sia realmente; può fare comparita qualsiasi oggetto venga presentato con gli accorgimenti adatti ad evidenziarne i lati positivi.
È un modo di dire appartenuto soprattutto alla gioventù di alcuni decenni fa, che significa semplicemente fare così. Chi è stato ragazzo negli anni
La locuzione non ha niente di interessante; trova posto su questo dizionario poiché per qualcuno, non più giovanissimo, potrebbe suonare evocativa.
L'azione dell'imbrogliare su un conto, o su un resto, per averne un piccolo vantaggio economico.
Sfregare vigorosamente la testa di qualcuno usando le nocche delle dita. È una sorta di punizione piuttosto dolorosa, ma che la vittima accetta di subire sorridendo poiché avviene sempre in un contesto scherzoso. Tuttalpiù, colui che subisce la masa può gridare aiuto, ovviamente senza mai riceverne.
Lo sgambetto, a Livorno diventa la sgambetta. Il significato della locuzione lo conoscono tutti, non richiede chiarimenti.
Nei giochi di squadra, viene chiamato fare le madri il momento che precede la sfida, quello in cui viene stabilito chi giocherà in una squadra e chi in quella avversaria.
A fare le madri, di solito, sono i due ragazzi più grandicelli o più autorevoli del gruppo.
Rimanere "agganciati" in seguito all'atto della copula.
È un fenomeno piuttosto frequente nei cani, ma a volte capita anche agli umani, i quali, nel più totale imbarazzo, si trovano costretti a farsi "sganciare" al Pronto Soccorso.
Far vergognare qualcuno, fargli fare una figura talmente brutta da provocargli il desiderio di "scomparire".
Il participio passato di scomparire è sempre e soltanto scomparito, mai scomparso.
Dare una bella pulita a un ambiente, sgombrarlo e riordinarlo, all'occorrenza gettando via oggetti inutili o inutilizzati.
Tagliarsi i capelli.
Tradizione vuole che quando un ragazzo torna fresco fresco dall'essersi fatto la pitta, gli amici debbano incignargliela con un sonoro scapaccione. E dal momento che una tale penitenza viene legittimata dagli usi e costumi popolari, è obbligatorio accettarla senza troppa ribellione.
Il vocabolo viene usato in tutta la Toscana, è uno dei mille modi che servono a indicare l'organo genitale maschile. Misteriosamente, non suona così triviale come altri.
Fava è altresì un buon epiteto da affibbiare al bischero, cioè al fesso, a colui che si fa fregare facilmente. E calza a pennello anche all'incapace.
Chiedere di intraprendere una relazione amorosa.
La classica domanda con cui viene fermata una ragazza è la seguente:
«Ti vòi mètte con me?»
Un tempo indicava solo l'organo genitale femminile, ed eventualmente poteva rappresentare la parte per il tutto nelle locuzioni «bella fia», «boia che fia!», «la mi' fia» ecc. usate solo dagli uomini.
Oggi, pur rimanendo intatto il suo antico significato, il termine viene usato sia dagli uomini che dalle donne come sinonimo di bella, bòna, attraente. Spesso, infatti, dalle ragazze si ascolta dire «stasera mi sento fia» per intendere «stasera mi sento carina, fascinosa».
Esclamazione convenzionale usata nei giochi di gruppo. Gridare FIDO! significa invitare i compagni di squadra e gli avversari a "congelare" per pochi istanti la partita. Può essere utile per chiedere un chiarimento all'esperto di turno, per allacciarsi una stringa che sta compromettendo lo svolgimento del gioco, o per qualsiasi altro motivo stia costringendo qualcuno alla sosta temporanea.
Si dice di una persona che suscita simpatia e che piace un po' a tutti, vuoi per il modo di agire, vuoi per l'abbigliamento, vuoi talvolta per l'avvenenza fisica.
Brutta figura.
Figurine da collezione. In Italia le più note sono le figurine Panini, che a Livorno diventano maschietti: i figurini Panini.
Come filobusse.
Ovviamente è il filobus, ma anche l'autobus. Molti livornesi, infatti, dopo scomparsa del filobus, hanno continuato a chiamare filobusse o filibusse il mezzo pubblico più diffuso in città, cioè l'autobus.
Che teme eccessivamente il dolore, lagnoso, piagnucolone.
Fidanzato.
Colui che mangia di tutto e in quantità smisurata. Insaziabile, lotro.
È un cattivissimo (quanto buffo, perdonateci) modo di apostrofare il taccagno: colui che ha le braccia talmente corte da non arrivare alle tasche per frugassi.
Formica.
Solo nella locuzione fare franella.
Colui che frigge e vende i frati.
Ciambella fritta e passata nello zucchero. Il frate è ideale per la colazione del mattino o per la merenda pomeridiana.
Nome generico dell'insetticida spray. Si chiama così perché in Italia, uno dei primi veleni antizanzara venne commercializzato con il marchio Flit, da cui fritte.
Colpetto alla fronte, dato con le dita o col palmo della mano. Non forte in sé, ma assai provocatorio: dal frontino alla rissa il passo è breve.
Il biscotto leggero comunemente chiamato vafer (dall'inglese wafer), che consta di due cialde imbottite di una crema densa, di solito alla vaniglia o al cioccolato.
Tirare fuori i soldi per pagare.
È l'accrescitivo di fuga, che a Livorno da femminile diventa maschile.
Ovviamente fare un fugone significa darsela a gambe, fuggire via correndo a più non posso.
Inalazioni di vapore caldo. Fumenti, suffumigi.
Piccole capsule esplosive per pistole giocattolo.
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