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Gabbionàta

Gioco del calcio che si disputa all'interno di un gabbione.

Secondo gli esperti, la gabbionata è l'ispiratrice dell'odierno calcio a cinque, chiamato calcetto.

Gabbióne

Campo recintato da una rete mettallica, al cui interno si disputa la gabbionata.

(†) Gabìna

Cabina.

Gambóne

Solo nella locuzione prendere gambone.

Ganàscia

Mandibola o "intera guancia". E' un termine che viene usato per esprimere simpatia verso il viso paffuto di un bambino, di un amico; oppure per appellare colui che è di appetito robusto.

Che du' belle ganasce c'ha questo bimbo!
(traduzione superflua)
Vieni ganascia, mettiti ar tavolino, c'è li spaghetti pronti.
trad. Forza mangiatore, mettiti a tavola, ci sono gli spaghetti pronti.
Gangìllo

Chiocciolina di mare. Più raro: cangillo.

Gànzo

Persona furba, scaltra; oppure abile, capace, che suscita ammirazione. Può anche indicare un oggetto particolarmente originale o ingegnoso.

Lui lì è uno ganzo, un c'è verso di fregallo.
trad. Quel tizio è uno in gamba, non c'è modo di fregarlo.
C'hai 'n branco d'amici ganzi!
trad. Hai un sacco di amici simpatici e divertenti!
Ho visto 'n monopattino davvero ganzo.
(traduzione superflua)
Gànzo 2

L'amante segreto.

Gargàna

Voce potente, vigorosa, talvolta assordante.

Lui lì c'ha 'na gargana ti spacca l'orecchi.
(traduzione superflua)
(†) Gargheròzzo

Gargarozzo, gola. Qualcuno chiama gargherozzo anche il pomo d'Adamo.

(†) Gargheròzzolo

Variante di gargherozzo.

(†) Gastìgo

Castigo.

Mamma, la maestra m'ha messo 'n gastigo!
(traduzione superflua)
† Gaviglióne

Uno dei tanti modi per appellare il buono a nulla. È probabile si tratti della fusione tra gavitello e coglione.

Gavinóso

In teoria significa «malato di gavìne, affetto da tumefazioni deturpanti sul viso e sul collo». In pratica a Livorno gavinoso viene usato unicamente in forma di antifrasi, per contrapporsi a bello, attraente, ben vestito, ben acconciato. Quella di porsi verbalmente di fronte al peggio per evidenziare il meglio, è caratteristica tutta labronica.

Boia, e son gavinoso!
trad. Accidenti quanto sono bello! (Come dire: «Vi sembro forse gavinoso?»)
(†) Gavitèllo

Buono a nulla.

Varianti: torsolo, baccalà, brodo, toppone.

(†) Gavòcciolo

Gonfiore, bubbone.

(†) Gelóni

Gelosia, perlopiù infantile. Quando due adulti si accorgono che il bambino manifesta i tipici segnali della gelosia (es. pretende eccessiva attenzione in presenza di un altro bambino, di un animale domestico ecc.) sono soliti dire «Ir bimbo c'ha i geloni».

† Gennàstia
ossia: gennastica

Ginnastica.

Ghiandìne

I pezzi numerati che si estraggono dall'apposito sacchetto nel gioco della tombola.

Ghìgna

In italiano ghigna significa "volto arcigno e di espressione sinistra". A Livorno no, o non necessariamente; tant'è che il tipico complimento rivolto a un bambino è «Bella ghigna!»

In sostanza, ghigna vuol semplicemente dire viso, faccia. In rari casi brutta faccia; più spesso bella, simpatica faccia.

Ghignàta

Vedi la locuzione battere una ghignata.

Ghinè

Altrimenti detto ghinè e cambrì, è un antico gioco popolare da strada, in italiano detto Lippa, diffuso in tutta la Penisola, con piccole differenze di attrezzatura e regolamento che variano da luogo a luogo.

Per giocare a ghinè occorrono un bastone e un rocchetto (sorta di cilindro con estremità coniche), entrambi di legno. Si prende il bastone in mano e si lascia il rocchetto in terra, lo si colpice una prima volta per farlo schizzare in alto, e una seconda quando è in aria per lanciarlo il più lontano possibile.

In strada il gioco non viene più praticato, ma nella lingua labronica il ghinè rimane vivo per immaginarlo nella testa di colui che ha appena detto un'idiozia; un po' come se in quel cervello vi fosse un rocchetto che salta, ruota impazzito e schizza via.

Ma câ dici? Te nella testa c'hai 'n ghinè!
trad. Ma cosa dici? Tu nella testa hai qualche rotella fuori posto.
† Ghiòga

Appellativo rivolto a colui che ha la testa voluminosa. Per estensione testa di cazzo.

Che popò di ghioga ver bimbo!
trad. Che testa gigantesca ha quel ragazzo!
Vieni ghioga!
trad. Salve, testa enorme!
(oppure) Salve, cara la mia bella testa di cazzo!
Ghiòzzo

Fesso, bischero, tonno.

Giacchétta

Giacca da uomo.

A Livorno è improbabile ascoltare il termine giacca. Può succedere, sì, ad esempio entrando in un negozio di abbigliamento: «Signore, ha bisogno di una giacca?». Ma in famiglia o con amici, la giacca diventa sistematicamente giacchetta.

Gigi, 'nniamo! Mettiti la giacchetta, si fa tardi ar matrimonio.
(traduzione superflua)
(†) Giacchettàta

Compito di semplice realizzazione, cosa di poco conto, bazzecola.

– C'è da scarià 'r furgone, devo 'iamà quarcheduno?
– No, si fa da noi: 'n confronto a quell'artro è 'na giacchettata.
traduzione:
– C'è da scaricare il furgone, chiamo qualcuno per darci una mano?
– No, ce la facciamo da soli: in confronto all'altro è una cosa da nulla.
† Gingìve

Gengive.

(†) Giografìa

Geografia.

(†) Giuggiolóne

Dalla Treccani, il giuggiolone viene così definito: «Persona semplice, bonacciona, lenta nell’azione e nei movimenti, di cervello non molto sviluppato; si dice spec. di ragazzo cresciuto fisicamente innanzi tempo ma rimasto ingenuo, inesperto».

A Livorno il significato è simile, ma più indicante il ragazzo mammone, spesso in cerca di gesti affettuosi.

Gnégnero

Buonsenso, capacità di riflettere. Viene usato soprattutto in frasi negative: «Se c'avesse un po' di gnegnero un si metterebbe fisso ne' 'asìni». (Se avesse un po' di buonsenso non si troverebbe sempre nei guai).

† Gnélo

Deformazione del pronome personale composto glielo.

† Gnéne

Deformazione e "uniformazione" dei pronomi personali composti glielo, gliela, glieli, gliele.

Ar bimbo gnene 'ompro io 'r gelato.
trad. Al bambino glielo compro io il gelato.
Ar cane gnene metto io la musarola.
trad. Al cane gliela metto io la museruola.
Gnene porti te i regali?
trad. Glieli porti tu i regali?
Gnen'allacci te le stringhe?
trad. Gliele allacci tu le stringhe?

Gol, goal.

Gòbbo

La carta da gioco che raffigura il fante.

Gollettóne

Forte colpo alla gola con la mano, gozzone.

Se un ti levi di torno ti do 'n gollettone.
(traduzione superflua)
(†) Gollìno

Colpo alla gola con la mano. Come gollettone, un po' meno violento.

Gommìna

Il comune elastico circolare che serve per avvolgere e tenere insieme oggetti di vario genere.

Gonnèlla

Gonna.

In un certo senso, questo vocabolo subisce la stessa sorte di giacchetta, quindi su di esso diremo l'identica cosa.

A Livorno è improbabile ascoltare il termine gonna. Può succedere, sì, ad esempio entrando in un negozio di abbigliamento: «Signora, ha bisogno di una gonna?». Ma in famiglia o con amici la gonna diventa sistematicamente gonnella.

Gozzàta

Gran bel sorso, ampia sorsata.

(†) Gozzóne

Forte colpo alla gola (al "gozzo") dato con la mano, gollettone.

Granàta

Scopa, l'arnese con cui si spazzano i pavimenti.

(†) Grandiglióne

Ragazzo visibilmente cresciuto ma ancora molto bambino.

(†) Grèbano

Uomo rozzo, grossolano, ignorante.

Sembra che al nord, specialmente in Liguria e in Veneto, i grebani siano i dirupi; zone impervie, lontane dalla città, luoghi da evitare. Per estensione, il grebano è colui che vive in quei posti.

Ancora una volta, il livornese mette in evidenza insospettabili contaminazioni linguistiche.

(†) Gridà
ossia: gridare

Sgridare, redarguire, brontolare qualcuno.

Fai subito la lezione o stasera ti fo gridà da babbo!
trad. Fai subito i compiti o stasera ti faccio rimproverare da tuo padre!
(†) Grogiolà
ossia: grogiolare

Crogiolare, cuocere a fuoco lento.

Il riflessivo è grogiolarsi, pronunciato grogiolassi.

Io apparecchio, te finisci di grogiolà la ciccia.
trad. Io metto i piatti in tavola, tu finisci di cuocere la carne.
Ci si sta bene a grogiolassi ar sole, eh?
(traduzione superflua)
Gropponàta

Impatto violento della schiena contro un ostacolo.

(†) Gua'
ossia: guarda

Saluto confidenziale che viene usato incontrando qualcuno: «Gua', chi si vede!»

Guàppo

A Livorno il termine guappo non è obbligatoriamente riferito all'arrogante o al camorrista; anzi, spesso si usa per sfottere bonariamente l'amico che, uscendo di casa col vestito della domenica, ha tutta l'aria di sentirsi belloccio e attraente.

Vieni stronzolo, un fà 'r guappo!
trad. Dai, sciocco, non fare il vanitoso!
(†) Guàsi

Quasi.

Guasi guasi mi bevo un'aranciata.
(traduzione superflua)
 
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