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C
Caà
ossia: cacare

  1. Degnare di considerazione.
  2. Collocare, lasciare, posare, abbandonare.

Mauro mi sta dietro, ma io un lo cào nemmeno.
trad. Mauro mi corteggia, ma io non lo degno di uno sguardo.
– Io levo le tende.
– E mi cài vi?
traduzione:
– Io me ne vado.
– E mi lasci qui da solo?
Caaprànzi
ossia: caca pranzi

E' un modo non garbato ma fortemente colorito per definire l'orifizio anale.

E' probabile che il sostantivo caapranzi nasca nella seconda metà del 900, cioè abbastanza recentemente. Non che possa chiamarsi neologismo, ma è quantomeno da definirsi giovincello, in rapporto alla maggior parte dei vocaboli presenti nel dizionario.

Caarèlla
ossia: cacarella

Fifa, paura.

Oggi m'interrogano 'n matemàtia, c'ho 'na caarèlla mòio.
(traduzione superflua)
Caarèllo
ossia: cacarello

Pavido, pusillanime. Colui che se la fa addosso per un nonnulla.

(†) Caarìtto
ossia: caca ritto

Si usa per indicare (o per chiamare) un uomo basso di statura, così basso che non importa si sieda per cacare.

Inoltre, essendo sinonimo di mezzasega (persona di modesta statura), ne subisce la stessa sorte, vale a dire che in senso figurato può anche significare uomo di nessun valore, sbruffone da quattro soldi.

Per questo vocabolo vale quanto detto nella precisazione di aggaì.

Cacciùcco

È una zuppa a base di pesce, la più conosciuta fra le pietanze alla livornese. Si pronuncia cacciucco (con doppia c) e non caciucco, come spesso viene chiamato fuori da Livorno.

Sono molte le leggende sulla nascita del cacciucco alla livornese, e numerose le "giuste ricette" per cucinarlo a dovere. La verità è che un tempo il cacciucco veniva preparato né più né meno con gli avanzi della pesca rimasti invenduti, cioè con qualunque tipo di pesce, crostaceo e mollusco. La "giusta ricetta" se la inventava di giorno in giorno chi stava vicino ai fornelli.

Caìcciolo

Quantità irrisoria, perlopiù riferita al cibo.

– To', beccati 'n pezzo di 'astagnaccio.
– E me ne dai vesto caicciolo vi? Boia, e sei generoso!
traduzione:
– Tieni, prendi un pezzo di castagnaccio.
– E me ne dai così poco? Acciderba, quanta generosità!
Calìa

Persona noiosa, uggiosa, schizzinosa; o persona malaticcia, piena d’acciacchi, e che spesso se ne lamenta fino a rendersi intollerabile.

Sei propio 'na calìa!
trad. Sei insopportabile da quanto ti lagni per così poco.
† Camerìno

Gabinetto, stanza da bagno.

Ooooh, ma quanto ci stai ar camerino?
trad. Ehi! Vuoi uscire dal bagno? Quanto tempo vuoi rimanerci?
† Camiciòtto

Maglietta intima di lana, maglia della salute.

Caminà
ossia: caminare

Camminare.

Mi voglio sgranchì le gambe, si va un po' a caminà?
(traduzione superflua)
Canàio

Usato a Livorno e in larga parte della Toscana, significa disordine, confusione, baccano.

(†) Candéle

Muco nasale che pende dalle narici al labbro superiore. Si parla di candele o candeline quasi esclusivamente riferendosi a quelle di un bambino.

Soffia 'r naso ar bimbo, c'ha le 'andeline!
(traduzione superflua)
† Cangìllo

Variante meno comune di gangillo.

Cannottièra

Canottiera.

Càntera

Cassetto, specialmente del canterale.

Cantera di cima

Il cassetto più in alto e più importante del canterale, quello in cui si ripongono gli oggetti più preziosi della casa.

Canteràle

Mobile con più cassetti. Cassettone, canterano.

Caóne
ossia: cacone

Di aspetto o sapore sgradevole.

– So che ha' 'onosciuto Beppe. Com'è?
– Caone.
traduzione:
– So che hai conosciuto Beppe. Come ti sembra?
– Brutto, non mi piace.
(†) Capomìlla

Camomilla.

Cappottìno

Solo nella locuzione fare 'r cappottino.

(†) Cardàno
ossia: caldano

Il caldano, come molti sanno, è un antico contenitore di brace accesa, un tempo utilizzato per riscaldare il corpo. Oggi lo si è abbandonato, ma il livornese in qualche modo cerca di mantenerlo in vita. Non per farne un uso pratico, ma per immaginarlo fantasiosamente nella testa dell'interlocutore che ha appena detto una corbelleria, il cui cervello sembra compromesso da una sorta di surriscaldamento.

Te nella testa c'hai 'n cardano.
trad. Tu stai dando i numeri, evidentemente nella testa hai un oggetto che te la surriscalda.
(†) Cariòla

Carriola.

† Carrozzìne

Giostre per bambini.

Mamma, se sto bono mi porti alle 'arrozzine?
trad. Mamma, se faccio il bravo mi porti alle giostre?
Cautèrio

Di salute cagionevole vera o presunta, ipocondriaco. È un appellativo che ben si addice a colui che si lagna continuamente e tediosamente dei propri malanni.

La fai finita di lamentatti? Sei propio un cauterio!
(traduzione superflua)
Bongiorno cauterio, fatti 'na 'apomilla.
trad. Buongiorno rompiscatole, fatti una camomilla, così ti tranquillizzi.
(†) Cazzabùbolo

Uomo di modesta statura.

Céccia

A sedere.

Si trova nelle locuzioni famigliari essere, stare, mettersi a ceccia, usate specialmente tra bambini o per rivolgersi ai bambini.

Il suo corrispondente fiorentino è cécce.

Cenciàta

Vedi la locuzione dare una cenciata e i suoi diversi significati.

Céncio

Straccio, specialmente quello per strusciare.

(†) Ceppióne
ossia: ceppicone

Testone, zuccone.

† Chè

L'interiezione chè equivale a dire «Come no! La tal cosa è come dico io, non come dici tu!»

Solitamente il chè viene abbinato a un impercettibile spostamento del viso dal basso verso l'alto, come a sottintendere «La so più lunga di te, e manifesto sicurezza guardandoti dall'alto».

Come rafforzativo, talvolta può esservi aggiunto un no: «chè no!»

Attenzione al suo accento grave: si pronuncia chè, non ché.

(†) Chiaccherà
ossia: chiaccherare

Chiacchierare.

(†) Chiccàio

Colui che produce e vende i chicchi.

Chìcco

Dolciume, chicca. Anche il ciucciamèlo è un chicco.

L'hai 'ompràti i chicchi ar bimbo?
(traduzione superflua)
(†) Chìe?

In virtù di una regola stabilita chissà dove e chissà quando, se il pronome chi si trova solitario (o arriva per ultimo) in una domanda, viene arricchito da una e supplementare:

— chie? (chi?)

— 'nzieme a chie? (insieme a chi?)

La vocale aggiunta non ha un preciso significato. Un'ipotesi è che nasca come espediente acustico mirato a prolungare la domanda stessa, forse per renderla più "impicciona", quindi densa di complicità; oppure più minacciosa, se pronunciata con durezza. È probabile, in sostanza, che quella e apparentemente superflua sia un inconsapevole tentativo di ricevere una risposta più rapida e sincera.

(†) Chiòccolo

Testone, duro di comprendonio.

Chiorbóne

Testone, chioccolo.

Chiriétto
ossia: chirichetto

Chierichetto.

Ciaccià
ossia: ciacciare

Ficcare il naso, impicciarsi degli affari altrui.

Perché vieni a ciaccià? Fatti l'affari tua!
(traduzione superflua)
Ciaccióne

Colui che non si fa mai gli affari propri. Ficcanaso.
Variante: ciaccino.

Ciaffóne

Ceffone.

Cicìo

Berretto di lana con pon pon.

Fino a qualche anno fa il cicio veniva creato in casa dalla sferruzzatrice più esperta, e perlopiù veniva usato per ripararsi la testa dal freddo nelle giornate più rigide. Lo portavano persone di tutte le età e di entrambi i sessi.

Oggi il cicio è in commercio ovunque, lo si trova tanto nei grandi magazzini quanto sulle bancarelle. Da essere indumento di "sopravvivenza", nel tempo si è trasformato in copricapo decorativo, in particolar modo per le giovani donne.

Cinqueccìnque
ossia: cinque e cinque

Pane e torta. La torta è di ceci, quella che fuori da Livorno viene chiamata cecìna.

Il pane e torta prende il nome di cinque e cinque perché un tempo al tortaio si chiedevano cinque centesimi di pane e altri cinque di torta.

Qualcuno sostiene che si trattasse di cinque lire e non di cinque centesimi. Chissà, forse è vero.

Ciòcco

Fra i tanti, è un modo per dire buco del culo senza eccessiva volgarità. Come baugigi.

Vai, questa vòrta s'è preso ner ciocco.
(traduzione superflua)
Ciòttola

Tazza larga senza manico, ciotola.

Ciòttolo

Strumento da cucina, stoviglia.

Cìspia

Cispa, il residuo solido del secreto lacrimale che si forma agli angoli degli occhi.

† Cìsta

Gioco di carte simile a Scala Quaranta.

Città

Pieno centro della città.

Dire «Vo in città», a Livorno significa «Vado in centro».

(†) Cìtto

In molte zone d'Italia, compresa buona parte della Toscana, citto significa bambino, ragazzo. A Livorno e zone limitrofe, invece, il citto è un vocabolo infantile, usato dai bambini o per rivolgersi ai bambini, e assume il singolare significato di soldo, soldino.

– Ce l'hai i citti per compratti 'r gelato?
– No mamma, dammeli!
(traduzione superflua)
† Ciùa
ossia: ciuca

Bicicletta.

Non è certo che ciua volesse dire bicicletta in tutta Livorno. Forse in alcuni rioni si usava, in altri no.

Ciucciamèlo

Caramella con bastoncino, il tipico lecca-lecca per bambini.

Notare l'accento tonico: ciucciamèlo. Se tale accento cadesse sulla u (ciùcciamelo) il vocabolo avrebbe un significato ben diverso; ed è inutile specificare quale: trattasi di un verbo all'imperativo diffuso in tutta Italia.

Ciuccióne

Bacio alla francese.

Ciùci

Il modo più comune per chiamare un gatto.

Ciuìnga

Dall'inglese chewing gum, è la gomma da masticare. Come in ogni città d'Italia, nel tempo il vocabolo subisce un suo peculiare processo di italianizzazione, che tutto sommato a Livorno rimane assai vicino alla pronuncia originaria.

Un si entra 'n chiesa 'or ciuìnga, sputalo!
(traduzione superflua)
(†) Ciuìngamme

Vedi ciuinga.

Per un toscano verace è inconcepibile terminare un vocabolo con una consonante: ciuingam non gli va proprio a genio. Può solo scegliere fra ciuinga e ciuingamme.

(†) Comparìta

Solo nella locuzione fare comparita.

† Conìgliolo

Coniglio.

Conquìdere

In italiano significa vincere, conquistare, sconfiggere. In livornese è più vicino ad assillare, rompere le scatole, sfinire (dai discorsi, dalle lamentele, dalle richieste). E' simile a limare, con una sfumatura di estenuazione ancor più accentuata.

(†) Corbèllo

In italiano, il corbello è un recipiente fatto di legno o di vimini, ideale per raccogliere castagne, mele, segatura ecc.

A Livorno e in altre città della Toscana, il corbello assume il significato di moltitudine. È un'ottima alternativa a branco, a fottio e ad altri vocaboli attraverso i quali si vuol dare l'idea di un'enorme quantità.

– Ce n'era fìe 'n città?
– Un corbello.
traduzione:
– Ce n'erano ragazze in centro?
– Moltissime.
(†) Crissìno

Grissino.

† Cristèro
ossia: clistero

Clistere, enteroclisma.

(†) Crùccia

Gruccia, l'arnese che serve per appendere gli indumenti nell'armadio.

(†) Culidònia

Nome di un paese immaginario, estremamente lontano.

Ma 'n dove stai di 'asa, 'n culidonia?
(traduzione superflua)
Cuscussù
 
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