Locuzione che significa «Siamo fregati».
Colpo dato di striscio sul sedere di qualcuno, usando contemporaneamente l'indice e il medio. E' una lieve ma fastidiosissima "frustata".
Forte abbiocco, sonno boia.
Verbo che indica il disagio fisico provocato dal freddo. Sinonimo di zizzolà, arrocchettà.
Farsi del male cadendo o sbattendo in un ostacolo, così male da portarsi via "braciole di carne" dal corpo.
È un triviale aggettivo che di solito si affibbia alla madre dell'interlocutore: «Tu' ma' sbuonata» gli si dice, e non per fargli un complimento.
Il livello di volgarità è agli estremi, a pari di buóna, o forse ancora più elevato.
Aggettivo che indica un ambiente trascurato, che cade a pezzi; oppure qualifica una persona mal ridotta e trasandata.
Abbreviativo di scaciato.
Il verbo scammellare è riportato anche in alcuni dizionari di italiano, ma non in tutti. Quando vi figura, la sua definizione è la seguente: «Prendere l'andatura del cammello».
A Livorno lo stesso verbo significa togliersi di torno, andar via velocemente, tant'è che spesso viene usato in forma imperativa «Scammella, vai!» per dire a qualcuno «Levati subito dai piedi!».
Carbónchio, la malattia infettiva comune all’uomo e ad alcuni animali, dovuta a particolari bacilli.
Visibilmente povero, vestito male, disgraziato.
Vedi scattino.
Alterazione di scartino, dal verbo scartare (vedi nota in basso).
Un tempo lo scattino indicava il gioco del calcio di strada, con un regolamento simile a quello del calcio vero e proprio, ma riveduto e corretto da chi, durante la partita precedente, aveva vinto la scazzottata.
Nel gergo calcistico, scartare significa evitare un avversario eludendone l'intervento, rimanendo con la palla al piede. È ciò che oggigiorno viene chiamato dribbling.
Andare a caso, "buttarla lì". Oppure indovinare qualcosa per pura fatalità, col solo aiuto della fortuna (es. la corretta risposta a un esame, un bersaglio colto al centro ecc.).
Allontanandosi da Livorno, il verbo scazzare assume un significato completamente diverso: per certi aspetti ne diventa l'opposto. Tant'è che in molte parti della Toscana scazzare significa sbagliare; mentre scazzato vuol dire annoiato, scoglionato, irritato. Infine, con scazzarsi si intende litigare.
«Quei due si sono scazzati» a Firenze significa «Quei due hanno litigato».
Colpo di fortuna, botta di culo.
Schizzinoso.
Picchiare violentemente, malmenare.
Malconcio, terribilmente malandato.
Si può essere sciagattati per aver preso un sacco di botte, oppure per trovarsi in pessime condizioni estetiche.
Curiosa alterazione di ciambella. Può indicare:
Sanguinare, oppure far sanguinare qualcuno per averlo malmenato.
Sbornia. Identico a briàa.
Si dice sciugnato a chi si presenta elegante, ripulito e ben pettinato. Ma ancor più sciugnato è colui che, nel tentativo di mostrarsi impeccabile, si cosparge di untuosa brillantina.
Annoiato, sfavato.
Penne, la pasta corta più comune.
Convincere, soddisfare. Viene usato soprattutto per mettere in dubbio la bontà di qualcosa o l'affidabilità di qualcuno.
L'esatto corrispondente dell'ironica locuzione scoprire l'acqua calda, usata in tutta Italia.
Vedi la locuzione esse(re) scorrucciati.
Cuscus, l'alimento tipico del Nordafrica e del Vicino Oriente. Qualcuno lo chiama cuscussù.
Sfortunato.
A Livorno è frequente sculato ma non sculo, che invece a Firenze è il modo più comune per definire la sfortuna.
Scorréggia.
L'impianto noto a tutti come scivolo, spesso presente in giardini e parchi attrezzati per giochi di bambini.
Cosa di poco conto, di modesta entità. Segàta serve anche per ridimensionare un evento, a ridurne l'importanza.
Seme di zucca tostato e salato. Singolare: la sema, plurale: le seme.
In virtù della sua forte assonanza con sega, il termine viene spesso utilizzato per sostituire una comune volgarità: «Lui lì mi fa 'na sema a me» (Quel tizio mi fa... un baffo).
Semaforo.
Simpatico.
Avere una terribile fretta che qualcosa avvenga, nel bene e nel male. Ad esempio: agitarsi nell'attesa di una persona, morire dal desiderio di andarsene da un luogo, avere una voglia pazza di mangiare qualcosa.
Annoiato, scoglionato.
Pomiciare. Identico a fare franella.
Rompere, fare a brandelli.
Solo nella locuzione fare la sgambetta.
In teoria il suo significato sarebbe sgozzare; in pratica si usa per dare l'idea dello sfinire, sfiancare il partner con l'impeto della (diciamo così) passione amorosa.
Rompere la ghigna. Il riflessivo è sghignarsi, pronunciato sghignassi.
Trasloco.
Mangiare senza freni, con grande soddisfazione, gusto e foga.
Mangiare in abbondanza e con gusto.
Faticare molto, studiare o lavorare sodo.
Sennò, altrimenti.
Come in vari altri casi, il livornese sembra assomigliare più al romanesco che al fiorentino.
Giocata, scommessa al totocalcio con apposita schedina. Proviene da SISAL, il gestore dei principali concorsi a pronostici italiani.
A Livorno e in larga parte della Toscana, sito significa cattivo odore.
Nome di un tuffo personalizzato, di stampo tutto labronico. Ognuno ne ha una propria idea: la più diffusa è che la siuski debba produrre schizzi d'acqua elevatissimi, più alti sono e meglio è. Di nessuna importanza invece è il gesto atletico: più è inguardabile e più fa ridere, quindi benvenuto a chi fa schifo a vedersi.
Oggi indica principalmente la mutanda sgambata, un indumento di biancheria intima; un tempo era solo il costume da bagno.
Flusso improvviso di cattivo odore.
Rompere il muso, in particolare il naso, laddove risiede il moccolo (detto anche moccio). Il riflessivo è smoccolarsi, pronunciato smoccolassi.
Bestemmiare.
Rompere il muso, sghignare. Il riflessivo è smusarsi, pronunciato smusassi.
Come topa.
Soffritto.
Spaccone, pallone gonfiato. Di fatto persona insicura, debole, che millanta doti non sue.
Così a Livorno vengono chiamate le espadrilles, le calzature estive per donna e per uomo, di tela robusta, con suola di corda intrecciata.
Spenzolare, far penzolare, tenere un oggetto sospeso nel vuoto in modo che penzoli.
Bambina o ragazzina curiosa, peperina, ciarliera; una simpatica rompiscatole.
Il corrispondente maschile spetezzo non esiste.
Spiccicato, identico.
Massacro, sfacelo, sbriciolamento; oppure sperpero, consumo eccessivo.
Spicinio si trova anche sui dizionari di italiano, ma viene usato quasi esclusivamente in Toscana. A Livorno, poi, appartiene al lessico quotidiano di tutti: non è affatto un vocabolo ricercato, come invece suona altrove.
Spettegolare, malignare.
Vedi pillaccherone.
Pesantissimo epiteto da gridare in faccia al peggior nemico; oppure, se la confidenza lo consente, da affibbiare in tono scherzoso al migliore amico.
Circa il preciso significato del lemma, per buona creanza il dizionario si avvale della facoltà di tacere.
Corteggiare, fare il filo, battere.
Freddissimo.
Cogliere in pieno. Il verbo stempiare viene usato per dare l'idea della forza e della precisione con cui un bersaglio (che può essere anche umano) viene centrato.
Schiacciata all'olio, focaccia salata e sottile.
Schiantare, morire. Oppure morire dalle risate.
Deformazione di schioccare, ma con diverso significato. Può voler dire buttare, infilare: «Mi stiocco a letto e dormo tre giorni», oppure dare, tirare: «Ti stiocco un ciaffone ner muso» (Ti do uno schiaffo sul viso); e ancora: «Quando l'ho vista ni volevo stioccà un ciuccione» (Quando l'ho vista volevo darle un bacio sulla bocca). E' pur vero che un bacio può schioccare, ma il livornese è improbabile che pensi al rumore dello schiocco: più facilmente ha in testa il proprio impeto, quando stiocca.
Chiudere bene, fin troppo bene, porte e finestre.
Anche una persona che si chiude in casa per ore o per giorni viene detta stoppinata.
Omosessuale, gay. Connotazione non necessariamente offensiva, ma sicuramente ironica. Famoso in tutta la città negli anni 60 Mario lo stoppone.
Violento scapaccione. Variante: storcióne.
Violento scapaccione. Variante: storciodiòllo.
Storcere, piegare.
Abbigliare, truccare o pettinare disastrosamente una persona. Il significato è simile a straziare (verbo da cui certamente deriva), ma si riferisce unicamente a uno strazio di natura estetica.
Starnuto, sternuto.
Stronzo.
Non è come formicola o conigliolo che sono in disuso da decenni: stronzolo è vivo e vegeto. È più incisivo e mille volte più efficace di stronzo.
Fase acuta dello struggere.
Vedi la locuzione essere stucchi.
Stupido.
Vaneggiare, delirare, dare i numeri.
Curva.
Come svagellà.
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